domenica 2 maggio 2010

Insieme


32-tony gio posa.jpgMillenovecentoquarantuno,
terzo giorno di gennaio,
la divisa da bel cavalleggero
t’hanno cucito addosso.
Un anno, poi la musica è mutata,
t’attende, oltre Adriatico, il conflitto:
notti insonni, missioni, guardie, ronde,
la selleria.
Alone, fedelissimo compagno,
giammai disarcionato ti ha di sella:
te l’han sottratto, l’otto di settembre,
e con esso di rimpatrio
e dell’abbraccio alla tua promessa sposa
ogni illusione.
La fame, gli stenti, peregrinare a vuoto
per boschi, monti, inospitali siti,
a sfuggire l’uncinata croce ostile;
la resa, pietosa, di un compagno di sventura:
nulla distoglie l’occhio speranzoso
dalla mira,
ben oltre il limite dell’orizzonte,
ad occidente.
All’alba dell’estate terza,
a piedi, e poi con mezzo di fortuna,
rivi a Durazzo,
ov’amica fregata, all’ormeggio,
palesi rende le giovani speranze
e gridi al cielo la gioia smisurata.
La traversata,
l’approdo a Taranto, nel porto,
dal ponte vilipendio ed uova marce
a inabissare l’angosciato core
in melma di sconfitta tanto amara.
Malaria, ahimé, Gioia del Colle!
E infine il sospirato viaggio in treno,
su nudi e resinosi tronchi,
supino,
a respirare fumo e polvere di coke,
fino al paese amico,
all’anelato incontro:
la bimba tua, fattasi ormai donna,
le cui sembianze
hai riconosciuto a malapena.
L’abbraccio di quel giorno
resiste da una vita…
…insieme.
Ermannio Volterrani, nov ‘07
dedicata a babbo e mamma